Aprile

Dante pellegrino

Il 22 febbraio del 1300, festa della Cattedra di San Pietro, dal balcone del Laterano, così come lo dipinse Giotto, papa Bonifacio VIII annunciò “la grande perdonanza”, il primo Giubileo della storia della Chiesa. Così ricorda l’indizione il cardinale Stefaneschi.

“Velato di drappi di seta e d’oro l’ambone, ove erano saliti il Presule romano coi padri e tenuto un discorso alla turba, viene infine dichiarata la lettera, dalle bolle appese a fili di seta, magnifico dono di letizia. Conteneva essa in verità, da principio la data del Laterano, ma il Presule volle che invece nella sua lettera fosse annotata la data in San Pietro; e il dono fu deposto sull’altare”.

All’evento parteciparono in molti, “femmine come omini di lontani e diversi paesi, di lungi e da presso” scrisse il cronista fiorentino Giovanni Villani che anche partecipò personalmente all’evento giubilare e ne lasciò testimonianza oculare. “Al continuo in tutto l’anno durante aver in Roma, oltre al popolo romano, 200.000 pellegrini, sanza quelli che erano per li cammini andando e tornando”

Si deve calcolare un afflusso giornaliero di circa 10.000 devoti, se si suppone che si trattennero almeno i 15 giorni prescritti dal Papa.

Gli Annali Colariensi riportano la cifra di 30.000 Romei in un solo giorno, forse riferibile ad una delle date con punte massime come il Natale, l’Ostensione della Veronica e, naturalmente, la Pasqua quando forse vi giunse anche Dante. Il poeta si sarebbe recato a Roma nei primi mesi dell’anno, prima di una sua ambasciata a San Gimignano (7 maggio 1300).

La settimana santa iniziava nel 1300 il giovedì 7 aprile, Santo, per concludersi il 10, con la Domenica di Resurrezione. Fu forse in quei giorni che l’Alighieri ebbe modo di vedere i pellegrini sul ponte Elio, debitamente bipartito da una palizzata per favorire il flusso e il deflusso dei Romei ed evitare incidenti che erano assai frequenti e mortali.

Questa immagine dei pellegrini, questo continuo avanti e indietro è associata alla perpetua circolazione in senso inverso di ruffiani e seduttori nella prima delle terribili Malebolge

Non possediamo fonti certe, fonti documentarie…Considerato il forte nesso che legò il suo esilio a Bonifacio VIII, non sarebbe poi così singolare che il cammino nell’Aldilà coincida col suo viaggio di redenzione compiuto a Roma, in occasione di quello che fu il primo Giubileo della storia.